Terracotta patinata

Ninfe

Il risveglio delle ninfe Nei mutevoli silenzi di questa estate arida del bisbigliare sommesso di gocce eteree, così come delle struggenti voci scomposte provocate dalle improvvise scariche roteanti dei temporali, schiacciati dai prelievi legati alle esigenze delle ormai dilaganti colture iperidrovore della pianura, abbiamo forse, nel rimestio del quotidiano, cullato qualche pensiero rivolto alla regina delle risorse. Nel torpore dei giorni si sono aperti barlumi di lucidità e il miraggio acquatico si è tinto di preziosità che per decenni avevamo dato per scontate. L’acqua dunque, inizio della vita, pura e densamente simbolica, che ha solcato le rogge storiche del nostro territorio mute testimoni anche quando incuranti della gravità in un torbido inconscio collettivo le abbiamo soffocate di materia degradata, torna col suo rinfrescante scorrere ad aprire i sereni confronti in un dibattito che attendevamo. Il merito è dell’arte che ancora una volta ci offre il dono di un viaggio oltre il visibile attraverso creature prototipi della giovinezza in un boccio, signore della pioggia e dell’aria, della vegetazione, delle polle sorgive, dei fiumi e dei ruscelli, delle paludi, degli oceani. Il corteggio è aperto dalla schiava romana di Padernello, che portò devozione alle misteriose divinità dei boschi e delle fonti, il cui appellativo è stato scelto con suprema leggiadria per dar spessore e protezione alla “Fondazione del Castello”. A Nymphe sono stati promessi perenni altari di zolle, lenzuola di nubi specchiate nell’acqua delle marcite, libagioni di latte e cereali versate al tramonto al lume delle torce, in antri dove s’addensano muschi [...]